Prendere l’ostia in mano ed allontanarsi senza consumarla per celebrare riti satanici o, come sostengono alcuni, anche per rivenderla, a caro prezzo, a chi demanda insospettabili nelle chiese così da appropriarsi del “corpo di Cristo”. Fino ad oggi in sordina ma con i recenti fatti verificatisi a Castellammare del Golfo si è creata apprensione tra la popolazione ed anche i parroci che, preoccupati che qualcosa sfugga, da qualche giorno preferiscono somministrare la comunione direttamente in bocca e non più in mano, così da verificare direttamente che venga consumata. D’altronde i furti di ostie dai tabernacoli non sono una novità. Un’ostia consacrata sarebbe pagata da 50 a 150 euro. Per non creare allarmismo i parroci minimizzano ma i fatti, vissuti direttamente dai fedeli creano la macchia d’olio. Da radio fante si ascolta di tutto. I fatti però sono fatti. Ostie trafugate, riti davanti a chiese in altura, nei pressi del cimitero, in case private. Cittadini che chiedono la benedizione delle abitazioni. Per officiare una messa nera l’ostia consacrata è un elemento essenziale come la croce rovesciata. Succede domenica in chiesa. “Il Corpo di Cristo”: l’uomo presente nella chiesa di santa Rita

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La chiesa di Santa Rita a Castellammare del Golfo, durante i festeggiamenti per la Santa

prende l’ostia in mano poi si allontana. Come tanti fedeli. Ma la signora che ha distribuito la comunione nota che non ha portato l’ostia in bocca. Riferisce al prete che raggiunge l’uomo che non ha mai visto in chiesa prima di allora. Padre Boniface Marie Nkurunziza gli chiede più volte se ha consumato l’ostia ma l’uomo gli risponde che vuole andar via e che vuole stare in comunione con Dio. L’ostia trattenuta in un pugno chiuso. In chiesa i fedeli seguono la scena, qualcuno urla, cominciano a preoccuparsi. Non è chiaro chi fosse l’uomo né che intenzioni avesse ma quel che è certo che a Castellammare si è creato una sorta di allarme messe nere. Invece di prelevarle dai tabernacoli, per rubare le ostie il metodo preferito da adepti e settari vari sembra essere adesso quello di incaricare cittadini provenienti da altre città o persone con qualche debolezza che si mettono in fila per la comunione. Padre Boniface, 38 anni, ammette:

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Padre Boniface

“Ho pensato che avrebbero utilizzato l’ostia per delle messe nere. Io posso avere altre fragilità ma non questa e non ho avuto dubbi: devo difendere il corpo di Cristo, dovevo difendere la gente, i mie fedeli. Ho trattenuto l’uomo e poi con l’intervento degli altri fedeli ha lasciato l’ostia consacrata che tratteneva in mano che io ho consumato. Non so chi sia quest’uomo né che intenzioni avesse, potrebbe essere solo un mezzo o potrebbe aver trattenuto l’ostia chissà per quale altro motivo. Io non posso saperlo ma ripeto, devo difendere il corpo di Cristo”. Maghi e santoni per sette e organizzazioni di varia natura che oggi arrivano fino alle psicosette. I praticanti si riuniscono in luoghi isolati, vecchi ruderi, chiese sconsacrate, ormai anche in case private: nulla di anomalo fin qui, in piena libertà di culto se, però, i fenomeni non sfociassero in episodi criminali, dalla profanazione dei cimiteri per arrivare all’abuso e spaccio di droghe, alla violenza, sessuale e non solo, compiuta nel nome di Satana o altri diavoli e varie. Tutto molto difficile da provare. Anche perché gruppi di natura spirituale, pseudo religiosa e affini, si definiscono quasi sempre associazioni culturali che organizzano incontri e seminari formativi. Dice padre Boniface: “a me arrivano notizie che a Castellammare ci sono persone che si riuniscono in luoghi isolati, non illuminati. A me lo raccontano –prosegue il prete- , non ho mai constato di persona ma quello che posso dire è che la presenza di adepti e di sette, qui in città io la percepisco. Tanti mi chiamano per benedire le case nei pressi delle quali sostengono abbiano visto realizzare riti. Forse è solo paura ma io posso testimoniare che più di una volta in chiesa, non ho dato la comunione”. Gesti inconfondibili per padre Boniface che spiega: “Questa non è la prima volta che mi succede. Alcuni sono venuti a prendere la comunione con pollice ed indice, altri non rispondono amen, cioè con la professione di fede. A loro non ho mai dato il corpo di Cristo”. Padre Boniface ha subito pensato ai tanti bambini che segue al catechismo ed ha voluto rassicurarli. “Ho spiegato subito che ci sono persone cattive che vanno in chiesa solo per rubare le ostie ma che non devono preoccuparsi perché io sono lì a controllare-dice padre Boniface-. Ho detto anche se non so se sia questo il motivo del caso successo nella nostra chiesa ma è bene che sappiano e stiano in guardia perché le sette rovinano le persone da tutti i punti di vista”. Padre Boniface è sicuro di se : “Io preferisco che la gente sia libera di scegliere come assumere il corpo di Cristo . Per un fatto igienico solo ai bambini somministro la comunione direttamente in bocca. Gli altri possono scegliere. Io vigilo e conosco tutti i miei parrocchiani”.  E capita anche che ci siano rituali fai da te, organizzati da giovani come atto di ribellione o sotto l’effetto di allucinogeni e droghe. Resta tutto difficile da stabilire. Contorni molto sfumati. Il fascino dell’occulto dal quale quasi nessuno è immune.

L’intervista 

Abbiamo fatto alcune domande a proposito della diffusione delle sette a Monsignor Michele Antonino Crociata, 72 anni, docente di lettere in pensione, storico.

E’ difficile fare stime precise ma si parla di numerose sette presenti in provincia. Recenti casi di sottrazione di ostie consacrate dalle chiese, come avvenuto a Castellammare del Golfo,  fanno pensare ad un aumento di adepti che danno vita a riti satanici. E’ possibile fare una stima provinciale ma anche locale?   Le sette sataniche sono sempre esistite nella storia, precedono cronologicamente la stessa rivelazione giudaico-cristiana e sono presenti, in particolare, nelle mitologie e nelle religioni del Medio Oriente antico e nel contesto di culture variamente pagane. Il fenomeno è oggi da noi più avvertito a causa di un crescente riaffiorare di varie espressioni di paganesimo di cui tutti siamo spettatori. Il numero di queste sette, infatti, è indubbiamente cresciuto in questi ultimi decenni. In Sicilia il maggior numero di sette sataniche si trova a Messina e nel messinese. Si calcola che su mezzo milione di italiani che ogni anno in vario modo si rivolgono a un esorcista il 20% di loro abita in Sicilia. In provincia di Trapani, in particolare, sette di questo tipo sono state individuate, oltreché nel capoluogo, anche a Marsala, Mazara del Vallo, Salemi e Alcamo.

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Monsignor Michele Crociata

La libertà di culto chiaramente diventa specchietto per le allodole per maghi e santoni. Difficile distinguere una persuasione indebita da una legittima. Le sono mai capitati casi del genere in cui ha dovuto discernere? Siamo in un tempo in cui la libertà viene da molti intesa come anarchia e, tra le conseguenze nefaste di questa mentalità, c’è anche il moltiplicarsi del fenomeno delle sette religiose, in genere, e delle sette sataniche in particolare. La vera libertà, al contrario, va vissuta con senso di responsabilità ed è intrinsecamente finalizzata al compimento del proprio dovere, a scegliere il bene e a scartare il male. La cultura relativistica, tuttavia, nella sua sostanziale irrazionalità non sa più distinguere il male dal bene e interpreta tutto come realtà opinabile. In questi ultimi 30 anni mi è talora successo di discernere qualche caso del genere. Il culto di satana degenera in riti di natura sadico-orgiastica quasi sempre con risvolti criminali quali violenze ed abusi. Nelle realtà locali la Chiesa informa e previene in tal senso o è una sorta di tabù parlarne ai fedeli?  Le pratiche sadico-orgiastiche nel culto di satana sono state sempre praticate nella storia. Esse tendono, anche tramite l’uso di droghe, ad annullare la responsabilità personale e la consapevolezza del proprio “io”. In tal modo il soggetto implicato in questi fenomeni si riduce a oggetto manovrabile, perde la dignità stessa di persona umana e si riduce praticamente ad animale che opera per istinto senza la guida della ragione e della fede. I risvolti criminali di tutto ciò sono una conseguenza inevitabile. Purtroppo nelle famiglie e anche nelle comunità ecclesiali questo fenomeno è di regola una sorta di tabù. Solitamente chi resta coinvolto nelle sette? Chi ha fragilità ed è condizionabile o la manipolazione non esclude nessuno? È possibile tracciare un profilo dell’adepto tipo? Le vittime privilegiate sono ovviamente i soggetti più deboli e problematici, in genere di età giovanile; i loro manovratori, tuttavia, sono di regola adulti, veri e propri delinquenti che operano all’interno della nostra società. La fragilità psicologica di questi giovani consente un loro avvio non difficile all’interno di questo triste fenomeno. Essi mancano di significative “difese immunitarie” come, ad esempio, una famiglia degna di questo nome e una comunità ecclesiale sufficientemente credibile, attiva e partecipata. Il fenomeno, che solitamente conduce le vittime anche a versare denaro oltre le proprie possibilità, ha cambiato forma nel corso degli ultimi tempi? Pare che maghi e santoni stiano cedendo il posto ad ancor più pericolose psicosette.  Per quanto riguarda il furto di ostie consacrate si assiste spesso ad un commercio davvero penoso di esse: un’ostia viene talora venduta anche a 50 o a 100 euro e, poi, passata di mano in mano (data la loro difficile reperibilità) con un aumento progressivo del prezzo. Chi, pertanto, riesce ad impadronirsene furtivamente ha anche un ritorno economico significativo. Non è facile, però, impadronirsene, poiché i tabernacoli sono di regola blindati e nelle chiese meno sicure spesso non viene custodito il SS. Sacramento. Le psicosette, in particolare, sono la conseguenza di una società che, sotto certi punti di vista, appare “impazzita” a causa di una diffusa crisi della razionalità. Il cristianesimo è tutto l’opposto: è stretta alleanza tra fede e ragione, considerate come vere e proprie sorelle gemelle. Una sorta di “calendario nero” parallelo a quello cattolico fissa i rituali in cui vengono profanate le ostie. Così adepti e sedicenti “sacerdoti” delle messe nere commissionano questo tipo di refurtiva per utilizzare poi le ostie nei loro rituali. Lo scopo dei furti pare sia quello di dissacrare le ostie in riti satanici e messe nere che prevedono l’adorazione esplicita del Male. Le ostie sottratte vengono addirittura rivendute. Le risulta? Il particolare accanimento nei confronti dell’ostia consacrata testimonia implicitamente la fede, spesso nascosta e inconsapevole, di questi dissennati nella presenza vera, reale e personale di Cristo nel pane eucaristico. A loro, infatti, non interessa l’ostia non consacrata, che potrebbero acquistare comodamente e a prezzo modico nei negozi di articoli religiosi e che, al limite, potrebbero trovare facilmente negli armadi delle sacrestie. Il loro scopo, tuttavia, è la profanazione. Satana, infatti, non solo crede in Dio, ma crede anche nel Figlio di Dio incarnato e reso sacramentalmente presente in mezzo a noi nella SS. Eucaristia. I suoi adepti fanno lo stesso. Sono dediti al Male con la maiuscola e anticipano su questa terra la realtà della loro eterna dannazione verso cui sono diretti. Le ostie consacrate, come già riferito, vengono anche commerciate. E’ un fenomeno davvero aberrante. Oltre al lavoro degli esorcisti per chi è riconosciuto “posseduto”, esistono delle messe “di riparazione” contro questi atti? Come sono in aumento le sette sataniche e le persone possedute dal demonio, sono parallelamente in aumento anche gli esorcisti. Non tutti coloro che sono ritenuti posseduti da satana sono, però, dei veri indemoniati. A volte si tratta solo di malati mentali, che hanno bisogno dello psichiatra. L’esorcista, infatti, è un sacerdote appositamente incaricato dal vescovo per discernere tutto ciò. Non si tratta, quindi, di un comune sacerdote, ma di uno che ha anche seguito appositi corsi nelle università, spesso insieme a psichiatri o psicologi e, pertanto, provvisto di preparazione specifica, di indole adeguata e di personalità notoriamente robusta. Per quanto riguarda le “Messe di riparazione” esistono nella Chiesa appositi rituali. Conosce qualcuno che fa parte o ha fatto parte di una setta? “Sono sacerdote da 38 anni, ne ho sentite di tutti i colori e sapori, ma di regola è difficile individuare con assoluta certezza queste persone. Fra l’altro essi si nascondono e tendono a non apparire. Tutto ciò denota una certa consapevolezza di compiere il male. Chi, infatti, fa una cosa buona non cerca il nascondimento e il buio”.

Annalisa Ferrante